ASSEGNAMENTO >> 3. Leggi “La Personalità Sociale”

LA PERSONALITÀ SOCIALE

L’uomo, preso com’è dalle sue preoccupazioni, è portato a dar la caccia alle streghe.

È sufficiente bollare come malvagia la gente che indossa un berretto nero, per iniziare il massacro di chi porta i “berretti neri”.

Questa caratteristica agevola la personalità antisociale nel creare un ambiente caotico o pericoloso.

L’uomo, di natura, non è né coraggioso, né tranquillo nella sua condizione umana. E non è necessariamente malvagio.

Nel suo modo distorto, perfino la personalità antisociale è del tutto convinta di agire per il meglio e di solito si considera l’unica brava persona in circolazione, che agisce per il bene di tutti; l’unica pecca nel suo ragionamento sta nel fatto che, se si uccidono tutti gli altri, poi non rimarrà più nessuno da proteggere da queste malvagità immaginarie. L’unico modo per individuare tanto la personalità antisociale quanto quella sociale, consiste nell’esaminarne la condotta nei rispettivi ambienti e verso i loro simili. I loro obiettivi personali sono analoghi: istinto di autoconservazione e sopravvivenza. La differenza sta nel metodo che impiegano per conseguirli.

Perciò, visto che l’uomo di natura non è coraggioso, né tranquillo, tutti tendono in una certa misura a stare all’erta nei confronti delle persone pericolose, e in tal modo può aver inizio la caccia alle streghe.

Per questo motivo è persino più importante identificare la personalità sociale piuttosto che quella antisociale. In tal modo si evita di colpire gli innocenti per mero pregiudizio o antipatia, oppure a causa di una condotta temporaneamente scorretta.

La personalità sociale viene meglio definita paragonandola al suo opposto, la personalità antisociale.

È facile distinguerle e non bisognerebbe mai concepire alcun test che mirasse unicamente a isolare l’antisociale. Lo stesso test dovrebbe includere sia la fascia superiore delle azioni umane, sia quella inferiore.

Un test che riveli solo le personalità antisociali, senza identificare anche le personalità sociali, sarebbe di per se stesso soppressivo. Sarebbe come rispondere “Sì” oppure “No” alla domanda “Picchi ancora tua moglie?”. Chiunque vi si sottoponesse potrebbe risultare colpevole. Sebbene questo meccanismo si potesse adattare ai tempi dell’ Inquisizione, non si adatta alle esigenze moderne.

Dato che la società procede, prospera e vive solamente grazie agli sforzi delle personalità sociali, queste ultime devono poter essere riconosciute, poiché loro, non l’antisociale, sono le persone di valore. È questa la gente che deve godere di libertà e diritti. Si pone l’attenzione sull’antisociale solo al fine di proteggere e assistere le personalità sociali all’interno della società.

Tutte le regole della maggioranza, le intenzioni di civilizzare e perfino la razza umana falliranno, se non si riuscirà a identificare e fermare le personalità antisociali e ad aiutare e sostenere le personalità sociali presenti nella società. Questo perché la stessa parola “società” implica una condotta sociale, e senza di essa non può esistere alcuna società, ma solo una barbarie dove tutti gli uomini, buoni o cattivi che siano, sono in pericolo.

Il punto debole del mostrare il modo per riconoscere le persone pericolose, sta nel fatto che poi queste attribuiranno tali caratteristiche alle persone oneste, per scatenare in questo modo una caccia contro di loro al fine di eliminarle.

Il canto del cigno di ogni grande civiltà è rappresentato dal suono delle frecce, delle scuri e delle pallottole usate dall’antisociale per massacrare gli ultimi uomini onesti.

I governi sono pericolosi solo quando possono essere utilizzati dalle personalità antisociali ai propri fini. Il risultato finale è l’eliminazione di tutte le personalità sociali e il risultante crollo dell’Egitto, di Babilonia, di Roma, della Russia o dell’Occidente.

Nelle caratteristiche della personalità antisociale avrete notato che l’intelligenza non è un indizio che ne permetta lo smascheramento. Può essere intelligente, stupida oppure normale. Perciò quelle estremamente intelligenti possono raggiungere altezze considerevoli, fino a diventare addirittura capi di stato.

In modo simile, l’importanza e la capacità o il desiderio di elevarsi al di sopra degli altri non sono indici che conducano all’antisociale. Quando tuttavia diventano importanti o salgono di grado, queste personalità diventano piuttosto visibili per le vaste conseguenze dei loro atti. Ma è anche probabile che si tratti di persone senza importanza, oppure d’individui che occupano posizioni molto umili, senza desiderare nulla di meglio.

Perciò solo le dodici caratteristiche già elencate contraddistinguono la personalità antisociale. E l’opposto di queste stesse dodici caratteristiche costituisce il solo criterio con cui identificare la personalità sociale, se si vuole essere veritieri su di loro.

Non si può identificare o bollare una persona come antisociale con onestà e precisione, a meno che non si passino in rassegna, nello stesso esame, anche i lati positivi della sua vita.

Tutte le persone sotto stress possono reagire con lampi passeggeri di condotta antisociale. Questo non fa di loro degli antisociali.

La vera persona antisociale mostra una preponderanza di caratteristiche antisociali.

La personalità sociale mostra una preponderanza di caratteristiche sociali.

Quindi si devono mettere a confronto gli aspetti buoni e gli aspetti cattivi prima di poter veramente etichettare qualcuno come sociale oppure antisociale.

Nell’esaminare tali faccende è meglio attenersi a testimonianze e prove molto ampie. Due o tre casi isolati non determinano nulla. Si dovrebbero cercare tutte e dodici le caratteristiche antisociali e tutte e dodici le caratteristiche sociali e giudicare in base a prove autentiche, non opinioni.

Le dodici caratteristiche principali della personalità sociale sono:

1. Quando riferisce le circostanze di un fatto, la personalità sociale è precisa. “Mario Mariucci ha detto che...”, “Il Corriere del Mattino ha scritto che...” e cita le fonti dei dati, quando è importante conoscerle o quando è possibile.

Può darsi che ricorra a generalizzazioni del tipo “loro” o “la gente”, ma raramente le usa quando attribuisce a qualcuno affermazioni od opinioni che possano creare allarme.

2. La personalità sociale è desiderosa di trasmettere buone notizie e riluttante a trasmettere quelle cattive.

Può anche darsi che non si prenda nemmeno la briga di esprimere delle critiche, quando non serve.

È più interessata a fare in modo che un altro sia benvoluto o desiderato dagli altri, piuttosto che antipatico e tende a peccare in un eccesso di rassicurazioni piuttosto che di critiche.

3. Una personalità sociale trasmette le comunicazioni senza alterazioni apprezzabili e qualora eliminasse qualcosa tenderebbe a eliminare i lati offensivi.

Non le piace urtare i sentimenti della gente. A volte pecca nel trattenere cattive notizie oppure ordini che sembrano critici o duri.

4. I trattamenti e la correzione funzionano molto bene sulla personalità sociale.

Sebbene a volte le persone antisociali promettano di ravvedersi, non lo fanno. Solamente la personalità sociale può cambiare o migliorare facilmente.

Spesso è sufficiente indicare alla personalità sociale i suoi comportamenti indesiderati perché questa li cambi completamente in meglio.

Non c’è bisogno di codici penali e punizioni violente per regolare le personalità sociali.

5. Gli amici e i compagni della personalità sociale tendono a star bene, a essere felici e ad avere un morale alto.

Una personalità veramente sociale molto spesso produce, semplicemente in virtù della sua presenza, miglioramenti nella salute o nell’andamento delle cose.

Nel peggiore dei casi non riduce il livello morale o di salute dei suoi compagni.

Quando è ammalata, la personalità sociale guarisce secondo le aspettative e risponde a cure efficaci.

6. La personalità sociale è portata a scegliere i bersagli giusti al fine di correggerli. Aggiusta la gomma a terra anziché prendersela con il parabrezza. Nella meccanica è quindi in grado di riparare le cose e di farle funzionare.

7. Se possibile, la personalità sociale completa di solito i cicli di azione che ha cominciato.

8. La personalità sociale si vergogna delle cattive azioni che ha commesso e le confessa a malincuore. Si assume la responsabilità dei propri errori.

9. La personalità sociale sostiene i gruppi costruttivi e tende a protestare contro i gruppi distruttivi o ad opporvisi.

10. La personalità sociale protesta contro le azioni distruttive. Sostiene le azioni costruttive o utili.

11. La personalità sociale aiuta gli altri e si oppone attivamente agli atti che li danneggiano.

12. La personalità sociale ritiene che la proprietà appartenga a qualcuno, e ne impedisce o disapprova il furto o il cattivo uso.

Le personalità sociali sono motivate dal desiderio di aiutare gli altri e cercano di recare il maggior beneficio al maggior numero degli interessati. La maggior parte dell’umanità è composta da personalità sociali.

La motivazione di base

La personalità sociale opera per sua natura in base al maggior bene.

Non è perseguitata da nemici immaginari, ma riconosce i nemici reali quando esistono.

La personalità sociale vuole sopravvivere e vuole che gli altri sopravvivano, mentre la personalità antisociale vuole in realtà, e nascostamente, che gli altri soccombano.

Fondamentalmente, la personalità sociale vuole che gli altri siano felici e stiano bene, mentre la personalità antisociale è veramente molto ingegnosa nel far stare gli altri malissimo.

Un indizio di base che conduce alla personalità sociale in realtà non consiste nei suoi successi, ma nelle sue motivazioni. Quando la personalità sociale ha successo, diventa spesso un bersaglio per l’antisociale e per questa ragione potrebbe fallire. Ma le sue intenzioni includevano anche gli altri nel proprio successo, mentre l’antisociale apprezza solo la rovina altrui.

Finché non saremo in grado d’individuare la personalità sociale e mantenerla libera da indebite restrizioni, e allo stesso modo d’individuare l’antisociale e porgli delle restrizioni, la nostra società continuerà a soffrire di pazzia, criminalità e guerra, e l’uomo e la civiltà non dureranno a lungo.

In Scientology, fra tutte le nostre abilità tecniche, la capacità di operare una tale differenziazione è la più importante, poiché, in sua mancanza, nessun’altra abilità potrebbe continuare a esistere, dato che la struttura di base su cui opera – la civiltà – non esisterebbe più per continuarla.

Non annientate la personalità sociale; e non mancate di rendere impotente l’antisociale nel suo tentativo di danneggiare il resto di noi.

Il semplice fatto di elevarsi al di sopra dei propri simili o di avere un ruolo importante, non rende qualcuno una personalità antisociale. Il semplice fatto di poter controllare o dominare gli altri non rende qualcuno una personalità antisociale.

Sono i motivi che la spingono ad agire in quel modo e le conseguenze delle sue azioni a distinguere la personalità sociale dall’antisociale.

Se non comprendiamo e impieghiamo le vere caratteristiche dei due tipi di personalità, continueremo a vivere nel dubbio su chi siano i nostri nemici e, così facendo, vittimizzeremmo i nostri amici.

Tutti gli uomini hanno commesso atti di violenza o di omissione per i quali potrebbero essere biasimati. In tutta l’umanità non vi è un singolo essere umano perfetto.

Ma ci sono coloro che cercano di agire nel bene e coloro che si specializzano nel male e attraverso questi fatti e queste caratteristiche sarete in grado di riconoscerli.

le investigazioni effettuate, presumibilmente per scoprire e denunciare la slealtà, la disonestà o qualcosa di simile, di solito basate su prove incerte o irrilevanti. Dalla caccia alle streghe di Salem, Massachusetts, nel 1692, che portò all’esecuzione di venti presunte streghe, basandosi su poche prove.

un tribunale speciale fondato nel tardo 1400 sotto i governatori della Spagna, Regina Isabella I (1451–1504) ed il Re Ferdinando V (1452–1516). L’Inquisizione Spagnola identificava, interrogava con la tortura per estrarre “confessioni”, imprigionava, giudicava in tribunale e puniva bruciando ad un palo gente mussulmana, ebrea e più tardi, i protestanti le cui credenze erano contrarie alla Chiesa Cattolica. Agli ordini di Tomás de Torquemada (1420–1498), il primo e più famoso grande inquisitore ed anche il prete personale del re e della regina di Spagna, migliaia di persone furono portate via dalla Spagna e ulteriori migliaia furono uccise. L’Inquisizione alla fine fu terminata dalla Spagna nel 1834.

ultimo atto o manifestazione di qualcuno o qualcosa prima di morire, dalla credenza che il cigno canti mentre muore.